Teatro

Raphael Tobia Vogel racconta la bellezza angosciante del suo teatro

Raphael Tobia Vogel racconta la bellezza angosciante del suo teatro

Alla sua prima esperienza come regista, il giovane Vogel ci racconta come è nata questa avventura sul palco del Franco Parenti, e cosa lo affascina della dimensione teatrale.

Raphael Tobia Vogel è un giovanissimo regista non ancora 30enne, autore di cortometraggi cinematografici. Il 13 gennaio ha debuttato al Franco Parenti di Milano la sua prima regia teatrale proprio nel palcoscenico in cui la padrona di casa è sua madre, Andrée Ruth Shammah. Per questa sua prima esordio teatrale, dopo un curriculum ricco di esperienze cinematografiche, ha scelto “Per strada” un testo inedito di Francesco Brandi, che è anche protagonista insieme a Francesco Sferrazza Papa dello spettacolo.

Si tratta di un doppio debutto: il suo alla regista e quello del testo teatrale. Come è capitato?
Francesco (Brandi, ndr) scrive benissimo, ha fatto tanto cinema ma non avevamo mai lavorato insieme prima d'ora. Mi ha fatto leggere il testo ancora prima di propormi la regia, per cui ne abbiamo parlato con molta tranquillità e quando è arrivata la proposta ho accettato senza riserve. La stima reciproca e l'amicizia che ci lega ha permesso di non sentire il debutto con troppa pressione, lo abbiamo vissuto in maniera molto naturale.

Il cinema ha influenzato la sua esperienza teatrale?
Ho portato a teatro delle decisioni molto cinematografiche, come proiezioni sul tulle di foto che si muovono.
La mia formazione non deriva del tutto dalla tradizione teatrale per questo ho cercato di puntare su quello che posso dare in più al teatro.

Non si è sentito un estraneo?
No, sono a mio agio e tra le sa le sale e il palchi del Franco Parenti. Pensavo che dal cinema fosse più pesante il salto sul teatro, invece mi sono trovato in uno spazio in cui sono stato figlio, amico e infine regista.

Per lei che cos'è il teatro?
È una domanda troppo difficile e a cui non so rispondere in maniera diretta. Posso dire però che cosa mi colpisce del teatro e della natura unica di ogni singola rappresentazione.

Prego.
Il cinema porta a decisioni più riflessive, calibrate e meditate, invece il teatro è bellissimo e angosciante insieme. Ogni sera, ogni singola rappresentazione è diversa. Già nelle prime due repliche tutto è cambiato e alcune scene che al debutto sembravano più drammatiche nella seconda rappresentazione erano più comiche in base alla reazione del pubblico. Questo mutamento continuo è adrenalinico.

E qual è la sua reazione? 
Di natura sono poco pauroso o stressato quindi di sicuro sono stato facilitato dal posto e nel vedere due attori così bravi esprimersi al meglio. Posso concentrarmi sul testo senza pensare al passato il cinema.

Si sente di rappresentare una nuova generazione tra i registi in Italia?
Per il metro che si usa in Italia sono ancora considerato giovane. Altro che invece non lo sarai più. Quello che amo del teatro che si sente tanta passione giovanile le persone che ci lavorano ci tengono davvero spingono al massimo nonostante le condizioni economiche e non siano sempre paragonabili e favorevoli. Gli attori del teatro portano un bagaglio culturale e valoriale maggiore che ammiro.